Premio Bellezza 4° Turno

Premio Bellezza 4° Turno

A cura di Gianluca Mei

Le partite candidate erano:
1-Dini-Bradascio
2-Magri-Beltrami
3-Santelli-Corletto
4-Delle Fave-Loconsolo G.
5-Amoroso-Padovan

Ho scelto la partita n.3.

IL PROBLEMA DELLE SEMPLIFICAZIONI
Nella partita che ho scelto il Nero si ritrova al termine dell’apertura con un Pedone di vantaggio. Come valorizzare il vantaggio di materiale? I manuali (e il buon senso) dicono: diminuisci il numero dei pezzi sulla scacchiera, in modo che il piccolo vantaggio materiale diventi sempre più importante e alla fine decisivo – in termini scacchistici, semplificare.

I manuali però non dicono “come” semplificare: questo dipende dalla posizione. In alcuni casi la semplificazione è un processo tranquillo; in altri più dinamico: chi è in vantaggio di materiale deve inventarsi una manovra strategica o un tatticismo di semplificazione; in altri addirittura è più indicato restituire il materiale per convertire il vantaggio materiale in vantaggio posizionale; nei casi di gambetto addirittura il vantaggio materiale è compensato o più che compensato da altri fattori, come l’arretratezza di sviluppo o un pezzo malmesso. Riassumendo, bisogna saper cogliere lo spirito della posizione. Un concetto già sentito? Certo: capire la posizione è l’essenza degli scacchi, in ogni circostanza.

Nella partita in esame il primo Colore ha un certo compenso per il Pedone perduto: un migliore sviluppo, un ferreo controllo del centro coi pezzi e una forte pressione sui pedoni centrali arretrati neri. Il tentativo di quieta semplificazione del Nero non tiene conto di questa dinamicità e si infrange sulla bella combinazione del 23o tratto del Bianco.
La partita si sviluppa poi sempre sul tema delle semplificazioni, ma a colori invertiti: ora è il Bianco che si avvantaggerà in caso di cambi. Il secondo Colore è quasi costretto a cambiare le Donne (30..Dc5+, da notare che qui non va 30..Tc8 31.Cd6+) dall’attività della Donna bianca, ma poi si priva della forza della coppia degli Alfieri con un paio di cambi (32..A:e3 e 33..A:c4) che appaiono controproducenti. Il vantaggio del Bianco cresce mano mano che i pezzi scompaiono dalla scacchiera, e diventa decisivo con l’ultimo cambio (41..T:d5+): la scomparsa della sua ultima Torre priva il Nero dell’unico controgioco a sua disposizione e permette la facile vittoria del Bianco col Pedone in più nel finale di Pedoni.